Gli influencer continuano a piacere. Si calcola che per loro i brand manager destinano nel 17% dei casi addirittura più della metà del loro budget. Il motivo? Funzionano, è molto semplice.
Il ritorno sull’investimento, quando ci si affida ad un influencer, arriva ad essere mediamente 11 volte superiore a quello degli Online Dispaly Ads.
Ma come si fa a promuoversi con questi professionisti? E come si fa a sceglierne uno?
La prima cosa da fare, secondo gli esperti, è quella di darsi un obiettivo. A cosa dovrebbe servire l’influencer? Ad aumentare le vendite? A migliorare la brand awareness?
La seconda cosa da fare è quella di capire se si ha bisogno di un influencer oppure di un digital creator. La differenza? Mentre il primo è quello che crea un impatto, il secondo è anche in grado di realizzare contenuti spettacolari, video, oppure foto. Tipicamente, sono necessari entrambi.
Il terzo aspetto è quello di selezionare l’influencer sul base del numero dei suoi follower. I nano influencer, quelli con qualche migliaio di seguaci, di solito funzionano per prodotti di nicchia. Per aumentare le vendite e la notorietà invece serve un vip con qualche milione di follower.
A questo punto la domanda è….ma come si trova un influencer?
La risposta è semplice. Basta fare scouting sui social, analizzando i profili con tool come InfluencerDB, BuzzSumo, Launchmetrics oppure Ninjalitics.
Generalmente si possono contattare in maniera informale, per email o via social, altrimenti tramite la loro agenzia. L’aspetto importante a cui prestare attenzione una volta entrati in contatto, ad ogni modo, è quella di chiedere il loro media kit.
Ma bisogna pagarli? In realtà non è sempre vero: dipende. Se a loro il prodotto piace e vogliono sostenere l’azienda potrebbero accontentarsi anche di un cambio merce. Chiaramente la cosa diventa sempre meno probabile all’aumentare dei follower.
(Piaciuto questo articolo? Se ti occorre una mano per promuovere la tua attività ad un costo contenuto, allora prova a contattare i nostri partner)
