Come aprire un distributore di metano

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• BUROCRAZIA
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DESCRIZIONE
Il business del metano può essere una grande chance per chi desidera fare impresa. In Italia esistono soltanto 700 stazioni di rifornimento ed il suo utilizzo è in costante ascesa, complice anche la crisi che rende ancora più allettante la percentuale di risparmio rispetto ad altri carburanti (circa il 60% su gasolio e benzina).

Il primo passo per aprire un distributore è fare una piccola ricerca di mercato per capire dove siano concentrati i distributori tradizionali, trovare una zona con un elevato passaggio e verificare l’assenza di obblighi regionali all’apertura di impianti multicarburante. Da verificare anche l’area per il locale tecnico, che deve essere attrezzato con compressori e aerorefrigerante e che richiede almeno 800 m di spazio.

Gli investimenti per un piccolo impianto con due erogatori sono piuttosto elevati, si parla di circa 500 mila euro tra impianto, stazione, servizi e pensiline, cui si devono aggiungere qualche decina di migliaia di euro per l’allaccio al gas e l’allacciamento alla rete elettrica dei compressori, ma il reddito lordo annuo è più che discreto. Nell’ipotesi di 1,5 milioni di metri cubi di metano erogati, infatti, si parla di circa 90 mila euro (già al netto delle spese di gestione).

La burocrazia è molto fitta (v.riquadro) e l’iter da seguire prima di poter aprire i battenti può richiedere anche 12 mesi. Un valido aiuto può tuttavia arrivare dalle varie associazioni di categoria, tra cui Federmetano, il Consorzio Ntv System Italia e il Consorzio Ecogas.

E se vi occorre una mano per promuovere la vostra attività ad un costo contenuto, provate a contattare i nostri partner.

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BUROCRAZIA

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• Attestazione del Comune di Idoneità dell’area
• Parere preventivo sul progetto da parte dei Vigili del Fuoco
• Autorizzazione Comunale Carburanti
• Concessione edilizia
• Verifica Asl per le installazioni elettriche in luoghi pericolosi
• Collaudo impianto, con il coinvolgimento di Asl, Comune e U.T.I.F

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INVESTIMENTI