Professioni: come diventare un bartender

DESCRIZIONE

Un tempo erano i barman a dettare legge. Ma la voglia di sperimentare e di aprire locali sempre più innovativi, ha dato vita ad una nuova schiera di professionisti che stanno letteralmente conquistando il mercato: i bartender. Ricercatori assidui di qualità e creativi del bancone, che oltre alle conoscenze di base relative alla miscelazione dei prodotti e alla loro composizione, si intendono di tecnica molecolare, per riuscire a trasformare i liquidi in spume e gelatine evanescenti con cui guarnire i classici cocktail.

Il mestiere è duro, richiede un aggiornamento continuo, la lettura di web magazine e la partecipazione a seminari e corsi. Oltre che naturalmente, tanta, tanta gavetta che impegna in orari notturni e che non conosce weekend o festività. Ma le soddisfazioni sono tante, a cominciare da quelle retributive. In genere un dipendente inizia guadagnando 600-700 euro al mese, ma dopo qualche anno può raggiungere tranquillamente i 2.500 euro, a seconda di quanta gente riesca ad attirare nel locale. Le superstar poi, possono arrivare a guadagnare quanto i manager bancari, e spesso si mettono in proprio, aprendo un loro locale.

Per chi vuole buttarsi in questo settore, tre sono i passi da percorrere. Il primo step, naturalmente, consiste nel fare un corso per barman. Ne esistono di diversi. Quello organizzato dall’Aibes , l’Associazione italiana barman e sostenitori, quello del Flair Academy che rilascia un attestato valido in tutta europa, quello del Planet One oppure i Corsi di American Bar tenuti dal Drink Factory  di Bologna.

Il secondo step consiste nel seguire i seminari che i grandi bartender tengono in Italia. Sono piuttosto costosi. Si parla di circa 1.000-2.000 euro a seminario, ma permettono di approfondire singole tematiche e anche di aggiornarsi sulle ultime tecniche in circolazione.

Infine, bisogna buttarsi. Non soltanto andando nei locali dei grandi barman, per osservarli mentre lavorano, ma imparando sul campo. L’ideale sarebbe cominciare a lavorare in un bar diurno, anche se piccolo e poco conosciuto, per poi spostarsi in un locale più noto. L’esperienza all’estero può fare la differenza per questa professione, non soltanto per perfezionare la lingua, ma anche per apprendere le tecniche di lavoro di altri paesi.

Quella dei baristi, d’altro canto, è la terza professione più ricercata in Europa dopo programmatori e cuochi. Sono più di 800 le aziende che cercano queste figure. Un mercato quindi che non attende altro che giovani con la voglia di fare e di mettersi in gioco.

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2023-10-10T22:25:08+02:0029 Dicembre 13|Professioni, Senza categoria|