Come aprire un’attività di street food

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DESCRIZIONE
Piace agli italiani, abituati a consumare i loro pasti in giro e sempre più attenti alle spese. Piace agli imprenditori, perchè richiede investimenti ridotti ma offre ottime possibilità di guadagno. É lo street food. Star indiscussa la pizza. Ma si moltiplicano a perdita d’occhio i chioschi che offrono prodotti locali: piade romagnole, pizzoccheri valtellinesi, castagnacci e necci toscani, gnocchi fritti emiliani, olive ascolane, arrosticini abruzzesi. Prodotti tipici che hanno buone possibilità di riuscita, a patto che il menu sia semplice, facile da consumare e a basso prezzo.

La formula per capire se un’attività può stare in piedi e generare guadagni è un terzo, un terzo, un terzo. Stimato un fatturato, bisogna infatti tenere presente che un terzo sarà il margine, un terzo andrà in spese del personale e lavorazione, un terzo per il costo delle materie prime. Fondamentale sarà poi il know-how, necessario per distinguersi dai competitor e riuscire a ritagliarsi una fetta di mercato con prodotti di qualità, così come la scelta della location e il tipo di clientela.

La burocrazia varia a seconda del tipo di negozio che si vuole aprire. Il consiglio è di cominciare con l’attività artigianale invece che con la somministrazione, poichè un ristorante implica costi, spese gestionali e spazi maggiori oltre che un iter di permessi più lungo (v. “Come aprire un ristorante”).

Anche gli investimenti variano molto. Per dare un idea riguardo l’ordine di grandezza, aprire una friggitoria di 60 mq a Milano, con due dipendenti, richiede un investimento di circa 60 mila euro. Ipotizzando un fatturato di 240 mila euro annui, considerati gli ammortamenti, i costi di affitto e utenze, quelli di ingredienti e materie prime, e ovviamente quelli di promozione, significa un margine lordo di poco meno di 70 mila euro.

E se vi occorre una mano per promuovere l’attività ad un costo contenuto, provate a contattare i nostri partner.

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