Come aprire una miniera di criptovalute

DESCRIZIONE

Sono luoghi generalmente bui, in cui macchine ingombranti sbuffano in continuazione. Il ronzio è assordante, l’aria sembra ribollire e la temperatura è sempre su valori di non meno di 30 gradi. Stiamo parlando di miniere, miniere vere, in cui non si cerca tuttavia l’oro, bensì si estraggono criptovalute, ethereum, monero, bitcoin.

Le miniere di criptovalute sono una realtà che si sta diffondendo a vista d’occhio. E’ notizia di ieri che la scorsa settimana ne è stata creata una addirittura nel centro di Milano. In questi luoghi non si usano picconi ed esplosivi ma computer e schede grafiche. E non ci sono poveri manovali a lavorarvi ma esperti di informatica e di finanza.

Ma come funziona?

Il meccanismo della blockchain è un software complicato, costruito in maniera tale che si possano solamente aggiungere nuovi dati alla fine della catena senza la possibilità di alterarne i contenuti. Così la blockchain di una criptovaluta inizia il giorno in cui viene “creata” e continua a incrementarsi giorno dopo giorno tenendo traccia di tutto quello che è accaduto nel durante. Si tratta di un file pubblico e chiunque può averlo nel proprio computer acquisendone il software.

I minatori hanno un ruolo fondamentale in questo meccanismo: devono convalidare tutti i pagamenti e le transazioni delle criptovalute e devono riunirli in pacchetti che vengono chiamati “blocchi”. Quando un blocco viene completato, il minatore lo rende pubblico e il pacchetto viene aggiunto agli altri già esistenti nella blockchain. Ma attenzione, perché si tratta di un mondo spietato! Solo chi riesce a completare un blocco nel minor tempo possibile riceve una ricompensa, una ricompensa pari alle commisioni sui pagamenti che il pacchetto certificato contiene più 12,5 bitcoin generati da zero, valore che si dimezza ogni quattro anni.

In parole povere? Una cifra considerevole, se si pensa che sono in tanti coloro che hanno iniziato investendo qualche decina di migliai di euro, per poi trovarsi a fatturare cifre a sei zeri.

Tuttavia occorre sottolineare che non è tutto oro quel che luccica, e che le difficoltà ci sono, due in particolare tra tutte: disporre di una enorme capacità di calcolo e riuscire ad ottenere energia a basso costo. Per produrre i “blocchi” servono infatti computer molto potenti, assemblati appositamente per questo scopo, il cui costo negli ultimi tempi è andato velocemente crescendo. Queste macchine, che vengono collegate tra loro e tenute costantemente in un ambiente in cui non si superano i 20 gradi, consumano enormi quantità di energia elettrica che chiaramente incidono sui costi e quindi sui guadagni. Non stupisce dunque se molti dei minatori hanno deciso di avviare la loro attività a Gondo, sulle Alpi Svizzere, dove l’elettricità costa di meno e le miniere di criptovalute hanno trovato terreno fertile.

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2023-10-10T09:44:27+02:0021 Aprile 18|Technology|