È una realtà già affermata negli Stati Uniti dove se ne contano 30-40 mila, mentre nel nostro paese è un business ancora poco sviluppato. Stiamo parlando delle lavanderie self-service.
Un’idea che piace perché richiede un investimento iniziale relativamente ridotto, ma promette ritorni molto stabili. Un punto vendita di 50 mq necessita di circa 60-70 mila euro, metà dei quali vanno in arredo ed impianti, l’altra metà nell’acquisto delle macchine. Il costo totale di gestione è di circa il 30%, tra energia, affitto ed altre piccole spese, mentre quello del personale è minimo perché basta avere la vigilanza. Non ci sono altri dipendenti coinvolti.
Quest’attività non richiede nessuna competenza specifica ed è in grado di attrarre un grande pubblico, soprattutto studenti ed immigrati, che non possono permettersi di spendere cifre importanti nelle costose tintorie. I rendimenti? Ipotizzando di avere a disposizione sei lavatrici e sei asciugatrici, si parla di 150-200 euro di incassi al giorno. Di media, perché chiaramente è un’attività stagionale e d’inverno si lavora di più. Spalmando queste cifre su tutto l’anno, si parla di 70-80 mila euro di incassi annui. Un quinquennio è quindi il tempo richiesto per andare a break-even e recuperare l’investimento iniziale.
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- Iscrizione al Registro delle Imprese della Camera di Commercio
- Apertura della Partita IVA e del Conto Fiscale
- Inps e Inail
- Agibilità del locale mediante richiesta al Comune
- Dichiarazione al Comune per la sorvegliabilità dei locali
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Descrizione | Costo |
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Arredo e impianti | 35.000 € |
Macchine | 35.000 € |
Totale | 70.000 € |