Tutto sulla Partita Iva

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Tutto sulla Partita Iva2014-01-03T07:38:57+01:00

1) Che cos’è:

L’Iva è l’imposta sul valore aggiunto prodotto dall’attività, che grava, cioè, sull’apporto di valore che un professionista o un imprenditore conferisce ai beni e ai servizi che acquista per produrre o per erogare le sue prestazioni. Facendo un esempio chiarificatore, si consideri un idraulico che fornisce un servizio dal costo di 2.000 euro più 400 di Iva; se per svolgere il suo lavoro ha bisogno di materiali dal costo di 600 euro più 120 di Iva, il valore aggiunto che avrà apportato con il suo lavoro sarà di 2.000 meno 600, pertanto 1.400 euro.

2) Come si apre:

Basta recarsi da un commercialista con il codice fiscale e la carta d’identità. Una volta compilato il modulo in cui si specifica la sede dell’attività (che può essere anche la propria abitazione), quella in cui si trovano i registri contabili (di solito la sede del commercialista) e il codice di attività che identifica la tipologia di attività che si vuole intraprendere, viene fornito il numero della Partita Iva.

3) Quando si apre:

Quando si vuole avviare una nuova attività. Per sistemare una condizione di precarietà lavorativa su richiesta del proprio datore di lavoro o, più semplicemente, perché si superano, nell’arco dell’anno, le prestazioni d’opera occasionale consentite dalla legge.

4) Quanto costa:

L’ apertura e il mantenimento di una posizione Iva sono gratuiti.

5) Gli obblighi quando si mantiene aperta:

Nel caso di piccole attività in regime di contabilità semplificata, ogni tre mesi si ha innanzitutto l’obbligo di presentare una dichiarazione fiscale che prevede il calcolo della differenza tra l’Iva incassata con l’emissione delle fatture e quella pagata con l’acquisto di servizi o beni necessari per svolgere le proprie prestazioni. Nel caso dell’idraulico sopra menzionato, per esempio, 400 meno 120, cioè 280.  Questo chiaramente implica il fatto di dover conservare copia di tutte le fatture emesse come di quelle pagate.  Inoltre si ha un secondo obbligo, a fine anno. Determinato l’utile (utile= ricavi-costi-quote di ammortamento) bisognerà presentare la dichiarazione Iva per calcolare quante tasse dover pagare relativamente a questo.

6) Le tasse, le imposte e i contributi che si è tenuti a pagare:

Oltre al pagamento trimestrale dell’Iva, sull’utile prodotto annualmente si deve pagare l’I.R.A.P, l’Imposta Regionale sulle Attività Produttive, pari circa al 4,25%. Poi bisogna pagare l’Inps nella misura di circa il 18% e l’Irpef  per lo scaglione contributivo di sua competenza, tenendo presente che il più basso è pari al 23%, il più alto al 43%. Infine si è tenuti a versare una quota all’Inail, una cifra fissa annua il cui importo varia a seconda della pericolosità dell’attività svolta, per gli eventuali infortuni sul lavoro. Obbligo a cui sono tenuti anche i liberi professionisti.

7) Necessità di un commercialista:

Tenere la contabilità non è una cosa che richiede l’intervento di un professionista. Tuttavia bisogna stare attenti, perché le norme in materia cambiano spesso e ad eventuali errori corrisponderebbero multe elevate.

8) Eventuali impedimenti per i lavoratori dipendenti:

Se non esiste conflittualità fra il lavoro svolto come dipendenti e quello svolto come liberi professionisti o imprenditori, e se  il contratto di lavoro con cui si è inquadrati lo consente, nulla vieta ad un dipendente di avere anche una posizione Iva.

9) Esenzioni per i collaboratori a progetto e i prestatori d’opera occasionale: 

I collaboratori a progetto e i prestatori d’opera occasionale non sono tenuti a pagare l’Iva, né a predisporre fatture, ma emettono invece delle semplici ricevute.

10) I vantaggi dell’avere una posizione Iva:

Chi ha una partita Iva, la può recuperare e abbattere il suo imponibile scaricandosi tutti i costi e le quote di ammortamento dei beni e dei servizi che gli servono per produrre, purché chiaramente siano stati pagati con regolare fattura. Viene inoltre retribuito in funzione delle sue reali prestazioni, quindi in maniera meritocratica, e senza avere vincoli ad un determinato periodo di tempo come invece succede per i dipendenti.

11) Gli svantaggi dell’avere una posizione Iva:

Chi ha una partita Iva è chiaramente più esposto al Fisco e ai suoi controlli.

12) Cosa si può recuperare con una posizione Iva:

Con una partita Iva si può recuperare l’Iva degli investimenti nell’anno in cui i beni sono stati acquistati, oppure se si tratta di costi riferiti a beni la cui durata è pluriennale (ristrutturazione dei locali, arredi, etc.) possono essere scaricati sotto forma di quote di ammortamento, suddividendo il loro importo per il numero di anni in cui è prevista la loro durata, in base alle indicazioni fornite dal Fisco, ed ottenendo in questo modo la quota di ammortamento annua per ogni bene che va ad abbattere l’utile (imponibile) del reddito prodotto dall’attività. A seconda dell’attività svolta si può inoltre recuperare l’Iva dai beni necessari per produrre i prodotti o i servizi, inclusa quella relativa alle spese di trasporto, all’acquisto di materiali di consumo, alle consulenze fiscali ma anche all’affitto e alle spese di ordinaria amministrazione dei locali in cui si opera.

13) Esenzione Iva:

Dato che durante il primo anno si sostengono gli investimenti maggiori per l’avvio dell’attività, è possibile andare a credito di Iva, cioè dimostrare che si è pagata più Iva di quella che si è incassata. Cosa che chiaramente non può più accadere negli anni successivi, perché significherebbe che l’attività non è sostenibile ma produce solo perdite.

14) Diritto alla pensione:

Chi ha una posizione Iva,  se avrà regolarmente versato l’Inps per almeno cinque anni, avrà diritto alla pensione.