Come investire nelle case a 1 euro

DESCRIZIONE

Tutto ha avuto inizio a Salemi, nel lontano 2010, quando il sindaco del paese, per incentivare il restauro di vecchie abitazioni e ripopolare il paese, propose una iniziativa, ribattezzata “Case a 1 euro”, attraverso la quale le case abbandonate venivano trasferite al Comune e poi assegnate ai privati al costo simbolico di 1 euro, appunto.

L’idea è piaciuta e nel tempo è stata adottata anche da altri Comuni italiani con l’obiettivo di ripopolare zone ormai abbandonate. Le case tipicamente vengono assegnate a chi desidera farle diventare delle prime case oppure per avviare un’attività imprenditoriale.

Eclatante è stato il caso del Comune di Sambuca, sommerso letteralmente di richieste da ogni parte d’Italia, tuttavia anche Ollolai è stata presa d’assalto e ogni settimana arrivano in paese giapponesi, australiani e olandesi, interessati ad acquistare.

Ma quali sono le caratteristiche di questi immobili e come è possibile trasformarli in un’opportunità?

Precisiamo prima di tutto che si tratta nella maggior parte dei casi di edifici abbandonati molto vecchi, alcuni veri e propri ruderi e che hanno bisogno di un lavoro di rifacimento, altri che necessitano soltanto di una ristrutturazione. I proprietari tipicamente desiderano disfarsene per sgravarsi delle tasse da pagare e allora decidono di affidarsi al Comune. Gli immobili vengono messi in vendita attraverso un’asta, che parte dalla cifra simbolica di 1 euro, oppure tramite concessioni in comodato d’uso, che hanno il vantaggio per il proprietario di vedersi azzerare tutte le tasse. In sostanza: nessuna Tari, nessuna Imu e nessuna addizionale Irpef. Per chi acquista l’opportunità è ghiotta perché si ha la possibilità di avere una casa dove abitare oppure da trasformare in un’attività commerciale, generalmente un bed&breakfast. Da mettere in conto, nella fase di acquisto, oltre al prezzo dell’abitazione, anche l’atto di acquisto (2mila euro), l’importo da dare al notaio (il 9% del valore catastale dell’edificio), la tassa catastale (50 euro), la tassa ipotecaria (50 euro), l’Iva (dal 9 al 22%), l’accatastamento (700 euro) e le eventuali spese di ristrutturazione.

(Altri link)

2023-10-09T21:34:59+02:006 Luglio 19|Other|