Come aprire un centro per le unghie (o nail center)

• DESCRIZIONE
• BUROCRAZIA
• INVESTIMENTI

DESCRIZIONE
Con più di 750 nail center sparsi in tutta Italia ed un giro d’affari di circa 80 milioni di euro, la ricostruzione delle unghie è sempre più una mania, e c’è chi è pronto a giurare che crei una vera e propria dipendenza. Ma come si apre un centro?

Il primo passo è procurarsi l’abilitazione. Non essendo gli onicotecnici dei professionisti riconosciuti da una legge nazionale, esistono due possibilità: se si vuole avviare l’attività nel Lazio, frequentare un corso di 200 ore dal costo di 2.400 euro promosso dall’associazione nazionale professionale onicotecnici; se invece si vuole avviare in altre regioni, si deve conseguire un diploma triennale di estetica, che fornisce anche nozioni sulla ricostruzione delle unghie, magari perfezionandosi con uno dei corsi organizzati dalle aziende più importanti del settore. Conseguita l’abilitazione, basterà aprire la Partita IVA (codice di riferimento 93.05.0) e iscriversi alla Camera di Commercio nell’Albo Artigiano.

Capitolo investimenti. Per l’allestimento di due postazioni e la ristrutturazione di un negozio occorrono circa 30 mila euro, cui bisogna aggiungerne altri 20 mila per i prodotti, 2 mila per il riassortimento bimestrale e almeno 600 euro per le utenze. Più l’affitto e la spesa per un eventuale collaboratrice (in tutto, almeno 2 mila euro).

Con un buon numero di clienti ed un certo passaggio di persone, si può ipotizzare un fatturato annuo di circa 100-120 mila euro, di cui un 30% andrà in costi fissi, ed un 30% dei ricavi sui servizi di ricostruzione rappresenterà i costi variabili.

E se vi occorre una mano per promuovere l’attività ad un costo contenuto, provate a contattare i nostri partner.

[divider]

BUROCRAZIA

[checklist]

• Abilitazione per l’avviamento del centro
• Apertura della Partita IVA
• Inps
• Inail
• Iscrizione alla Camera di Commercio nell’Albo Artigiano

[/checklist]

[divider]

INVESTIMENTI